INTERVISTA A BERLUSCONI di Paola Di Caro da il Corriere della Sera del 15.11.2020
«Ora unità, ma aspetto fatti concreti. Ecco cosa serve per il sì al bilancio»
ROMA
La disponibilità a lavorare sull’emergenza Covid resta. Anzi, il grido si fa sempre più accorato, perché «la situazione non è mai stata così grave». Ed è il momento «dei fatti concreti». Ma Silvio Berlusconi, pur mantenendo spalancata la porta all’esecutivo, non lascia spazio a fraintendimenti: «Non faremo mai un governo con forze a noi incompatibili». E nessuno pensi a scambio di favori: «Su Mediaset il governo si è mosso in totale autonomia».
Negli ultimi giorni la sua offerta di dialogo è diventata un appello da ora o mai più. Cosa è cambiato per spingerla a tanto?
«Mi pare evidente. La situazione sanitaria forse non è mai stata così grave, la seconda ondata — un pericolo sul quale avevo messo in guardia — ci ha investito in pieno. Le conseguenze sono drammatiche anche perché non ci hanno dato ascolto, per esempio rifiutando di utilizzare i fondi che l’Europa ci mette a disposizione con il Mes per rinforzare il sistema sanitario. Gli effetti economici dei provvedimenti di chiusura sono gravissimi per molte categorie. Cos’altro occorre per far capire a tutti che questa deve essere la stagione dell’unità e della responsabilità?».
Nicola Zingaretti ha subito risposto che della proposta del doppio relatore si può discutere. Ha apprezzato la posizione del Pd?
«La apprezzo, ma devono seguire fatti concreti e comportamenti coerenti. Fermo restando che il Pd e Forza Italia sono alternativi per valori, programmi e cultura politica e che la nostra collocazione all’opposizione non cambia».
Dal governo le sono giunti segnali? Con Conte in che rapporti siete?
«Con il presidente Conte, non da oggi, i rapporti sono molto cortesi. Questo però è il momento di passare dalla cortesia formale, che è un fatto personale apprezzabile, alla disponibilità politica».
I suoi alleati sembrano molto più freddi. Avrete una posizione unica o FI potrebbe muoversi autonomamente, anche in Parlamento?
«Come ho detto più volte, se noi e i nostri alleati avessimo sempre la stessa opinione su ogni argomento, non saremmo un’alleanza, saremmo un partito unico. L’alleanza di centrodestra è salda e non è in discussione. Però noi ovviamente operiamo secondo la nostra cultura e i nostri principi, che sono quelli liberali, cristiani, europeisti, garantisti, del resto essenziali per un centrodestra di governo».
C’è chi ha avanzato il sospetto che il voto a favore dell’emendamento antiscalata di aziende strategiche italiane, tra le quali Mediaset, sia una sorta di «favore» a lei proprio per l’atteggiamento di disponibilità dimostrato. Salvini ha fatto molta resistenza...
«Il governo ha operato in totale autonomia. Quanto a Mediaset se avessi dovuto pensare agli interessi della mia azienda, non sarei dovuto scendere in campo nel 1994, né mai. Sfido chiunque a dire che le aziende che ho fondato non abbiano ricevuto danni dal mio ruolo pubblico».
Ma lei vede questo governo solido e in grado di durare nei prossimi mesi?
«Oggi quello che conta è lavorare, con il governo che c’è, anche se non è quello che vorremmo».
Quindi usciti da una prima fase di emergenza si dovrebbe tornare subito a votare, o proseguire con questo governo e con un’opposizione «coinvolta» e magari un nuovo esecutivo con la vostra partecipazione?
«Quello che posso escludere è la nostra partecipazione a un esecutivo con forze politiche incompatibili con noi. Altra cosa è che l’opposizione sia coinvolta. In verità io ho chiesto più volte che siano invitate a collaborare tutte le migliori energie del Paese, non solo della politica, ma della cultura, dell’impresa, della scienza, del lavoro, in un grande sforzo collettivo per rispondere all’emergenza».
Voterete il prossimo scostamento di Bilancio?
«Siamo disponibili, ma naturalmente a certe condizioni. Voteremo lo scostamento se servirà per esempio a dare immediato indennizzo a chi ha dovuto chiudere la propria attività, a pagare finalmente i debiti della pubblica amministrazione, a coprire un semestre bianco fiscale, sospendendo tutti i pagamenti verso lo Stato almeno per chi è in difficoltà».
E sul sistema delle diverse fasce di rischio per le Regioni che pensa? Servirebbe un lockdown nazionale?
«È presto per rispondere. Il principio è giusto, quello che è sbagliato è la continua in- certezza, sono i continui cambiamenti».
Colpa anche del difficile rapporto tra Stato e Regioni? Già si discute se intervenire sul Titolo V che lo regola: è d’accordo?
«Il titolo V così com’è è stato scritto frettolosamente da una maggioranza di sinistra la quale, nel prevedere che su alcune materie fossero competenti sia lo Stato che le Regioni, ha creato confusione e conflitti istituzionali. Noi abbiamo sempre chiesto di cambiarlo, ma ovviamente è un processo lungo, che andrà affrontato senza intenti punitivi verso le Regioni».
L’Europa invece sembra muoversi di concerto sul vaccino: l’Ue è promossa?
«L’Ue questa volta ha fatto la sua parte. Io mi sono battuto molto per questo, sia nel Parlamento Europeo che nei rapporti bilaterali con diversi leader del Ppe. Oggi grazie all’Europa si potrà disporre di una quantità di vaccini sufficiente e naturalmente gratuita per tutti».
Intanto il centrodestra deve trovare un’intesa anche sulle prossime amministrative: a Roma insistete su Bertolaso o si punterà su volti giovani e nuovi?
«Ci stiamo lavorando con grande spirito di collaborazione. Continuo a pensare che Bertolaso sia un’eccellenza assoluta, ma naturalmente decideremo insieme».
Negli Usa Biden ha sconfitto Trump, lei non è sembrato sorpreso o dispiaciuto... Cosa si aspetta dalla nuova presidenza americana?
«Credo che Trump, che pure ha fatto cose buone per l’economia americana, abbia pagato le conseguenze di atteggiamenti inappropriati che hanno preoccupato i moderati. Oggi l’America, non solo a causa di Trump, è un Paese fortemente lacerato. Mi attendo che il presidente Biden lavori per ricucire le fratture. Gli Stati Uniti, come tutto l’Occidente e anche l’Italia, hanno bisogno di unità intorno ai nostri valori fondanti».
Chiudiamo da dove abbiamo cominciato: oggi come sta? Cosa ha cambiato il Covid in lei?
«Sto meglio ma è stata una prova molto difficile. Una prova che mi ha permesso di capire e condividere il dolore di tante persone, di tante famiglie. Per questo chiedo con ancora maggior forza a tutti la massima attenzione e la massima prudenza. La nostra salute, il nostro modo di vivere, la nostra stessa libertà sono beni preziosi e fragili, mai acquisiti per sempre».
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